Un milione di metri quadrati di cemento illegale su un’area a vincolo idrogeologico. La collina del disonore, così la chiamano da queste parti.
Di fronte, il mare di Mondello. E un panorama mozzafiato.
Una storia, che nasce quasi 40 anni fa, alla fine degli anni ’70. A Rosa Greco, sorella del boss di Cosa Nostra Michele Greco, vengono rilasciate 314 concessioni edilizie, per mezzo della Sicilcalce a lei intestata. 170 le ville costruite. Molte di queste, sono ancora oggi degli scheletri di cemento, bloccati dalla confisca e dall’ordine di demolizione, disposti nel 2000 dal pretore di Palermo. La decisione sarà confermata dalla Corte d’Appello nel 2001, dalla Corte di Cassazione nel 2002, e da una sentenza del Tar di Sicilia.
Alla fine del ’99 vengono demolite 14 ville. Poi, stop. Più niente. Nel 2007, il Consiglio comunale cerca di salvare gli immobili dalle ruspe con l’espediente della variante urbanistica.
Nell’estate del 2010 la Corte d’Appello di Palermo decide che i proprietari di 14 villini sono in buona fede. Ne revoca la confisca e stabilisce che gli acquirenti non sapevano che le loro case fossero illegali. Nè colpevoli, nè complici. Vittime, dunque.
Ad aprile 2012 viene confermata la sentenza: rigettato il ricorso del Comune e della procura generale di Palermo e confermata la restituzione delle 14 case abusive.
Oggi, per entrare nel complesso residenziale abitato, ci vuole la raccomandazione: ville con un panorama incredibile, e silenzio irreale, rotto solo dal ringhio dei cani da guardia.
Diverso per la parte abitata da scheletri e abusivi dell’ultimo minuto. L’amministrazione comunale ci spiega che, dal 2001, tutto il monte è riserva naturale e che, quindi, anche il comprensorio ne fa parte (come fascia di pre-riserva). Il cancello, quindi, è aperto (e le minacce, anche).
Proprio l’appartenenza alla fascia di pre-riserva, prevede che, per demolire, debba essere stilato un piano d’uso. Se tanto ci dà tanto, ci vorranno altri 12 anni solo per una lista… altri 40 per i fondi…
Nel frattempo, convinte signore fermate mentre tornavano a casa, dichiarano serenamente che sì, sapevano benissimo che le loro case fossero illegali al momento dell’acquisto e che a sbagliare non sono state loro, ma chi le ha costruite… O, ancora, che bisogna prendersela con il Comune… Che tanto, ormai, dopo 40 anni…
Tanto, ormai…